Storie
20/10/2023

Auto brutte, a volte anche i designer sbagliano

Vediamo quali Case automobilistiche hanno realizzato le macchine più brutte mai costruite, in questa Top 10 dei modelli più goffi, improbabili e sgraziati del mondo secondo Autoo.
Auto brutte, a volte anche i designer sbagliano

Quando si parla di bruttezza, non sarebbe un problema tirare fuori una Top 100 delle auto più brutte al mondo, andando a prendere tutti i modelli mal riusciti e di scarso successo.

In questo articolo vogliamo però parlarvi delle vetture che rappresentano il peggio del peggio, con una lista delle macchine più brutte che siamo riusciti a trovare.

Preparatevi a vedere modelli sconosciuti e altri che invece sono divenuti famosi proprio per il loro aspetto, provenienti da varie parti del mondo, tra cui anche un paio di esemplari nostrani. Eccovi le 10 auto più brutte del mondo secondo Autoo.

Qual è l’auto più brutta del mondo?

Qui non è semplice, la lotta è dura e tra le auto peggiori si fa fatica a scegliere quella che risulta la prima in classifica, ovvero l'auto più brutta del mondo.

Ci sono diversi produttori, anche rinomati che, in determinati momenti della loro storia, si sono trovati a realizzare delle autovetture che proprio non stavano insieme a livello di proporzioni, di forme, di linee oppure hanno involontariamente progettato quella che tutti possono semplicemente definire una macchina brutta.

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In altri casi, si tratta di esemplari progettati da Case automobilistiche che già di per sé non brillano, ma che ad un certo punto si sono proprio lasciate andare.

Tra le auto più brutte di sempre non può mancare Austin Allegro

Il titolo di macchina più brutta oggi viene da molti assegnato alla Austin Allegro che non solo era veramente inguardabile, ma le è stato anche conferito un nome che era l’opposto di ciò che rappresentava e che tutti erano in grado di percepire.

Erede della semplice Austin 1100, la Allegro del 1973 venne prodotta in oltre seicentomila esemplari fino al 1983, per poi essere sostituita dalla Austin Maestro.

La Casa inglese Austin, fondata da Herbert Austin nel 1905 e acquisita dalla British Motor Corporation nel 1952 (che in seguito acquisì anche Jaguar). Austin è la stessa Casa che ha partorito la fantastica piccola Mini, famosa in tutto il mondo e disegnata dalla matita di Alec Issigonnis, la mitica Mini Minor.

Dopo questo successo tuttavia, Austin ha avuto una storia travagliata. Nel 1968 confluì nella British Leyland, poi diventata Austin Rover ed infine MG Rover, fino al fallimento del 2005. Il marchio cinese Nanjing, oggi assorbito dalla SAIC Motors (Shanghai Automotive Industry Corporation) detiene attualmente i due marchi inglesi MG e Austin.

NSU Prinz 1000, qualità tedesca ma look non sempre al Top

Se molti hanno conosciuto la Prinz 4, la piccola e simpatica berlinetta tedesca del 1961, pochi hanno avuto il "piacere" di incontrare la sorellona, la NSU Prinz 1000.

Questa vettura era dotata di un motore a quattro cilindri di 1.000 cc di cilindrata, ottenuto tramite l’accoppiamento di due bicilindrici derivati dalla Prinz IV e fu prodotta dal 1964 al 1972 in soli 194.782 esemplari.

NSU Prinz 1000 del 1961 Rossa

NSU Prinz 1000 del 1961 Rossa

NSU Motorenwerke, fondata nel 1873 a Neckarsulm, è la stessa Casa che lanciò la sua prima vettura con motore rotativo Wankel nel 1964, la Spider Wankel. Oggi NSU non esiste più in quanto è stata inglobata nel gruppo Auto Union, poi divenuto Audi NSU Auto Union AG.

Di quelle piccole vetture ricordiamo il rumore frastornante, soprattutto a freddo e la grande robustezza. Per quanto riguarda la NSU Prinz 1000 nello specifico però, la ricordiamo più che altro per essere annoverata tra le auto più brutte al mondo.

Le auto più brutte di FIAT, a partire dalla Duna

In questo caso il titolo spetta d’ufficio. Siamo tutti d’accordo che la FIAT Duna si meriti questo premio dato che non ha grande concorrenza interna, salvo qualche scivolata eccezionale.

Alla fine degli anni'80, la Casa italiana ha pensato bene di introdurre sul mercato nostrano una vettura progettata per quello sudamericano e pensata per essere tanto robusta quanto essenziale, nei contenuti come nelle linee. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e la Duna sale sul podio delle auto più brutte della FIAT.

Sono stati diversi i tentativi di abbellirla e la vettura di segmento medio è stata poi proposta in versione Station Wagon, più accettabile e forse più apprezzata se non altro per la sua praticità e grande disponibilità di spazio.

In quattro anni, tra il 1987 e il 1991, sono stati venduti appena 91.560 esemplari di FIAT Duna in Italia ma sono bastati a consacrarla come una delle auto italiane più brutte nella nostra memoria, nonché come la FIAT peggiore in assoluto.

La gloriosa FIAT Tipo, quella usata dal Commissario Montalbano, con la prima plancia completamente digitale, ne ha preso l’eredità tanto da diventare Auto dell’Anno nel 1989.

Alfa Romeo Arna, per essere Alfisti alla Paolo Bitta

Non ci fu slogan meno azzeccato: “Arna e sei subito Alfista”, era su tutte le pubblicità dell’epoca (fine anni ’70) e fu subito ridicolizzato dai più.

L’idea nobile di unire la tecnologia e l’affidabilità giapponese con la prestanza dei motori e la tenuta di strada delle auto del Biscione di Arese fu uccisa dal primo prodotto comune, uscito dalla linea di montaggio per sostituire la gloriosa Alfa Romeo Alfasud. La Casa di Arese era allora ancora di proprietà dello Stato italiano e parte dell’IRI.

Il risultato dell'alleanza tra Alfa Romeo e Nissan Automobili, l’Arna per l’appunto, ebbe un tragico inizio con una vettura dal design insapore che poi non mostrava grandi qualità stradali o prerogative particolari.

Era di fatto una vettura giapponese, simile alla Nissan Cherry, già venduta in Europa con la meccanica collaudata dell’Alfasud e con un motore Boxer a cilindri contrapposti.

Se non siamo di fronte ad una delle auto più brutte della storia, ci manca poco. Non aveva niente di Alfa Romeo e aveva perso anche la "giapponesità" di Nissan.

Zastava 101, la compagna di viaggio del “Compagno”

Spostiamoci ora un po' più ad est rispetto al Belpaese, sui Balcani. Non pensiamo però alle floride campagne della Slovenia, alle splendide coste della Croazia, né alle belle Città d'arte della Serbia... pensiamo piuttosto alla rossa Jugoslavia, baluardo del comunismo in Europa fino al 1992.

È proprio in questo contesto, nel 1971 che è nata la bruttissima Zastava 101. Derivata dalla FIAT 128 e pensata per i mercati dell’est europeo, Zastava 101 è persino riuscita ad approdare nel Regno Unito (in qualche modo). Se per noi è a tutti gli effetti un'auto brutta, c'è da dire che il surrogato della nostrana 128 è perlomeno coerente e abbraccia a pieno la mentalità comunista: "basta che abbia le ruote e un motore".

Zastava 101 è rimasta in produzione per ben 37 anni, fino al 2008 quando il marchio è fallito. Nel 1991 ha persino ricevuto un Restyling ed è stata ribattezzata Skala 55, ma questo non le ha impedito di accaparrarsi un posto tra le 10 macchine più brutte di sempre.

L'ammiraglia che è affondata: Citroën C6

Doveva essere l’erede della Deesse, la DS, la magica vettura con le sospensioni idropneumatiche prodotta dal 1955 al 1975 in quasi un milione e cinquecentomila unità.

In effetti, la Casa d'Oltralpe, oggi parte del Gruppo Stellantis, non è riuscita nella replica del mitico Squalone (così la chiamavano negli anni ’60, a causa del suo muso molto profilato) e invece ha prodotto un “vorrei ma non posso” come la Citroën C6 che è la perfetta candidata per essere una delle auto brutte della storia.

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Negli obiettivi della Casa fondata da André Citroën c’era anche quello di sfidare le blasonate vetture tedesche di Audi, BMW e Mercedes nel segmento D, quello delle berline di lusso. Naturalmente questo obiettivo non è mai stato lontanamente raggiunto e la produzione della C6, avvenuta tra il 2005 e il 2012 ha sfornato solo 23.384 unità.

C'è da dire però che a differenza di tante altre vetture presenti in questa lista, a Citroën C6 è stata concessa una seconda possibilità, o meglio... una seconda serie, un po' più aggraziata e attualmente in produzione, anche se in esclusiva per il mercato cinese.

Simca 1000, l’auto della terza età

Chi non ricorda i guidatori degli anni ’70, col cappello a bordo della Simca 1000. Sembrava che se avessi avuto meno di ottant’anni, non l'avresti potuta guidare!

Tre volumi con motore posteriore e bagagliaio sotto il cofano anteriore. Aveva preso dalla Fiat 1100 e si era ingrandita per diventare una vera auto adatta alla famiglia. Anche il marchio Simca non ebbe successo, venne inglobato in Simca Chrysler, poi fu acquisito da Talbot ed infine da PSA (Gruppo Peugeot).

Entra di diritto tra le 10 auto più brutte della storia della motorizzazione europea e mondiale. Ciò che ne rimane è un ricordo anche buffo di quegli anni.

Dalla Corea con orrore: ecco SsangYong Rodius

Tra le auto peggiori in assoluto, vogliamo citare anche delle vetture più moderne, come la SsangYong Rodius.

La gigantesca monovolume Sudcoreana ha fatto il suo debutto nel 2004, con un design a dire il vero occidentale, in quanto è stata progettata dall'ex direttore del corso di design automobilistico presso il Royal College of Art di Londra, Ken Greenley.

Non sappiamo di preciso cosa Greenley avesse in mente in quel momento, pare che volesse riprendere il design di uno Yacht di lusso ma i volumi sproporzionati e la forma decisamente poco armonica della linea non si sposano per nulla con un'automobile.

SsangYong Rodius del 2004

SsangYong Rodius del 2004

All'apparenza, in realtà, sembra quasi che siano intervenuti diversi designers nel corso della progettazione e che ognuno di questi abbia inserito un corpo estraneo alla carrozzeria così da renderla decisamente poco digeribile. E se Ken Greenley avesse passato il progetto ai suoi studenti per organizzare un lavoro di gruppo? Non lo sapremo mai ma a questo punto sembrerebbe essere una teoria verosimile.

SsangYong Rodius ha avuto un percorso di redenzione partito nel 2013, con un restyling ben più gradevole, anche se la sua fine è arrivata nel 2019, a causa delle vendite ridotte e della motorizzazione non conforme con la normativa WLTP introdotta allora.

Non tutte le ciambelle riescono col buco: ecco Ford Pinto

Ecco un esempio americano di come un progetto interessante ed innovativo può sfociare in una delle macchine più brutte del mondo: Ford Pinto.

Prodotta tra il 1971 ed il 1980, questa Hatchback made in USA, oltre ad essere poco aggraziata, è risultata particolarmente pericolosa in quanto il serbatoio del carburante in metallo, era stato posizionato tra il paraurti posteriore e l’asse posteriore. In caso di tamponamento, il paraurti e relative viti bucavano il serbatoio facendo fuoriuscire il carburante e causando facilmente un incendio.

Ford rimediò sostituendo la Pinto con una delle vetture più di successo di sempre, a livello mondiale, la Ford Escort (World Car).

L’auto più brutta del mondo secondo Autoo: Dacia 500

Ecco l'auto più brutta al mondo, senza ombra di dubbio: un’accozzaglia di lamiera che sembra assemblata dai bambini alla scuola materna (e forse loro farebbero meglio). Di forme simili, troviamo solo la Fiat 126 che fu realizzata con ben altre proporzioni e con uno stile discreto, persino gradevole a modo suo.

Dacia 500 Lăstun è l'auto che abbiamo deciso di mettere in cima al podio. La parola "Lăstun" significa "rondine" in rumeno ma siamo convinti che si tratti piuttosto di una storpiatura dell'inglese "last one", ovvero ciò che i meccanici di Dacia devono aver pensato quando il primo esemplare di Dacia 500 è uscito dalla catena di produzione.

Sembra pazzesco, ma Dacia 500 Lăstun nelle campagne pubblicitarie è stata definita come un "veicolo moderno" e ha persino avuto una versione di lusso.

Ovviamente, questo obrobrio ha avuto un successo scarsissimo. Prodotta tra il 1986 e il 1992, Dacia 500 ha venduto poco più di 6.500 esemplari e non è mai stata esportata al di fuori della Romania (per fortuna).

C'è poco altro da dire su Dacia 500 ma vi lasciamo con la bellissima foto di un bambino triste che probabilmente quando ha saputo che sarebbe stato il testimonial per un'automobile, non si aspettava questo catorcio.

Bambino Triste accanto a Dacia 500 Lastun del 1989 Gialla

Bambino Triste accanto a Dacia 500 Lăstun del 1989 Gialla

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