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07/01/2021

Toyota Mirai, la prima vera auto ad idrogeno: il combustibile è pulito e pronto per le vetture del futuro

La Toyota Mirai è di fatto la prima vettura di serie alimentata da un propulsore elettrico e dotata di un sistema fuel-cell ad idrogeno - tecnologia delle celle a combustibile (FCEV).
Toyota Mirai, la prima vera auto ad idrogeno: il combustibile è pulito e pronto per le vetture del futuro

La casa giapponese lancia sul mercato la Toyota Mirai, la prima auto ad idrogeno alimentata con un motore elettrico, disponibile nel 2021. Scopriamo insieme i dettagli.

I limiti tecnologici ed il potenziale dell’idrogeno

Il primo problema che abbiamo, per lo meno in Italia, è che esiste una sola stazione di rifornimento di idrogeno per autotrazione che è a Bolzano.

Il secondo ostacolo tecnologico è che l’idrogeno va conservato a bassa temperatura e “pompato” a 700 atmosfere nei serbatoi, operazione che peraltro è veloce e si completa in 4-5 minuti. In questo senso si supera il problema della ricarica lunga delle vetture elettriche.

Posteriore Toyota Mirai

Posteriore Toyota Mirai

L’autonomia della nuova Toyota Mirai è di oltre seicento chilometri, un livello decisamente buono e superiore del 30% alla prima versione, soprattutto se confrontato con le attuali automobili Full Electric.

Le misure della seconda generazione di questa vettura ad idrogeno sono molto generose e pensate soprattutto per il mercato americano, dato che in lunghezza si arriva a quasi cinque metri, per due di larghezza.

All’interno troviamo cinque posti, anche se il terzo passeggero centrale posteriore ha poco spazio per i piedi a causa del tunnel centrale molto pronunciato. La prima serie ha venduto oltre 10.000 unità dal 2014 ad oggi.

Al momento Hyundai e Honda, oltre a Toyota, stanno investendo e hanno modelli disponibili ad idrogeno.  

Il sistema di propulsione a fuel cell

Il motore della Toyota Mirai è elettrico e sviluppa 182 CV e 300 Nm di coppia ed è alimentato con un sistema a celle di combustibile che funziona anche in presa diretta, senza passare dalle batterie.

L’idrogeno viene immagazzinato in tre serbatori in materiale composito, situati sotto il pianale della vettura.

L’energia si sviluppa nella reazione chimica che avviene nel sistema Fuel Cell quando l’idrogeno si combina chimicamente con l’ossigeno producendo come “scarto” della reazione vapore acqueo, qualche goccia d’acqua allo scarico.

Si tratta di un processo di elettrolisi realizzato attraverso le 330 celle realizzate in polimero solido che generano elettricità che viene convogliata attraverso il pacco batterie agli ioni di litio da 6,4 Ah e 31,5 kW o direttamente al motore elettrico.

Tecnologia Toyota Mirai

Tecnologia Toyota Mirai

L’accelerazione da 0 a 100 Km/h avviene in 9,2 secondi, mentre la velocità massima è di 175 Km/h.

I due serbatoi grandi sono posizionati l’uno in senso longitudinale tra i due sedili anteriori ed il secondo sotto il divano posteriore, davanti al propulsore che è esattamente tra le ruote posteriori.

Il terzo, più piccolo è dietro al propulsore posteriore. Il pacco batterie si trova dietro lo schienale dei sedili posteriori, sopra al motore.

La nuova configurazione del sistema Fuel Cell posizionato sotto il cofano, dei serbatoi, del motore e delle batterie elettriche ha permesso un abbassamento del baricentro ed una ripartizione dei pesi ideale 50%-50% tra anteriore e posteriore migliorando così le prestazioni di guidabilità e tenuta di strada.

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Design

La prima Mirai era rivoluzionaria e dirompente anche nel design, caratterizzata da linee spigolose ed esagerate, tale da sembrare una piccola astronave su quattro ruote.

Oggi la versione 2020 si presenta con uno stile classico a due volumi e mezzo, una hatchback allungata. Le misure sono cresciute, e anche non di poco, grazie all’adozione della nuova piattaforma modulare Toyota GA-L.

La berlinona ora misura 4.975 mm di lunghezza (la prima serie del 2014 era lunga 4.890 mm), 1.885 di larghezza e 1.480 mm di altezza. Per avere un confronto immediato, la Volkswagen Passat SW ha una lunghezza di 4.767 mm, l’Audi A6 Avant è lunga 4.943 mm.

Prima Toyota Mirai

Prima Toyota Mirai - 2014

Mirai ha ora un passo (interasse) di 2.920 mm. Il peso è arrivato a 1.900 kg, a causa anche dei tre serbatoi (nella versione precedente erano solo due) ad alta pressione per lo stoccaggio dell’idrogeno, ora di 5,6 Kg totali rispetto ai 4,6 della serie precedente. Il bagagliaio è piccolo, solo 271 litri sono disponibili.

Lo schermo 12” orizzontale “ultrawide” sulla plancia sembra ispirato alle ultime generazioni di Mercedes, che hanno fatto scuola a tutte le nuove generazioni di vetture.

Intrattenimento ma anche sicurezza, ADAS e sistemi di bordo per la gestione dei consumi, dell’energia e dei rifornimenti presso la rete disponibile, questo troviamo a bordo della nuova Mirai ad idrogeno.

Il prezzo di Toyota Mirai

Il costo di questo prodigio di tecnologia non è proprio da supermercato, in Germania il prezzo ufficiale di questa Toyota Mirai ad idrogeno è di 64.000 euro.

La Toyota Mirai 2020 rientra tra le vetture ad emissioni zero e quindi può beneficiare dei nuovi incentivi governativi dedicati.

Interni Toyota Mirai

Interni Toyota Mirai

Il listino per l’Italia della Toyota Mirai della serie precedente partiva da 66.000 euro.

Sarà disponibile nelle concessionarie del marchio giapponese a partire dalla prima metà del 2021.

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Il futuro dell’idorgeno

Le prospettive di sviluppo per i veicoli (anche quelli pesanti che forse hanno un potenziale maggiore per questa tipologia di alimentazione) in Italia si è sbloccata con la normativa del 2018 che ha semplificato le procedure per la realizzazione di impianti di distribuzione sul territorio (stazioni di servizio dedicate).

L’unione Europea ha messo in atto un piano strategico per ridurre le emissioni di CO2 e sviluppare la produzione di idrogeno da destinare ai veicoli.

Si tratta di poter offrire sul mercato circa un milione di tonnellate di idrogeno per il 2024 e arrivare a dieci entro il 2030

Nuova Toyota Mirai

Nuova Toyota Mirai

Tutt’un altro discorso riguarda la rete di distribuzione che va costruita da zero, a causa della complessità di gestione e stoccaggio. Pensiamo che in U.S.A. i distributori ad idrogeno sono già 45, 44 solo in California che è lo stato più avanti in termini di riduzione delle emissioni.     

Dal lato dei produttori di veicoli (auto e camion) la sfida è quella di realizzare sistemi e serbatoi che permettano buona autonomia, elevati livelli di sicurezza a prezzi accettabili.

Di fatto questi veicoli condividono il sistema di propulsione con i veicoli puramente elettrici, hanno una batteria che però funziona come buffer più che per l’accumulo vero e proprio, ma hanno un sistema di generazione dell’energia completamente nuovo e pulito (vapore acqueo, cioè zero emissioni).

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