Ecco la Lamborghini Urus
Quello a cui abbiamo appena assistito NON è soltanto un cambio di marcia, ma un cambio completo di strategia.
La storica Casa di auto sportive di Sant’Agata Bolognese, fondata nel 1963 da Ferruccio Lamborghini, ora parte del gruppo Volkswagen, cambia rotta, o meglio apre a nuove sfide e nuovi mercati e soprattutto a nuovi clienti.
Si tratta “semplicemente” di triplicare i volumi e non stiamo parlando di una fabbrica di merendine. Dalle 3.500 unità del 2016, l’ambizione è quella di superare, in cinque anni, le 10.000 unità prodotte. Ciò significa adottare una linea d’azione completamente nuova sia come approccio che come clientela, ma soprattutto come modo di concepire la propria missione.
Lamborghini Urus
Dalla mitica Miura del 1966 passiamo a questo fuoristrada, sempre dall’aspetto aggressivo e dalle prestazioni esuberanti.
Vero è che ci fu un tentativo verso veicoli originali con il massiccio LM 002, un “mostro” gigantesco inventato nel 1986 e dotato del V12 da 450 CV della Countach.
Era questo il primo SUV sportivo (quasi un precursore dell’Hummer) ed un primo segnale che il mercato desiderava non solo fuoriserie da pista, ma anche vetture prestazionali alte e grandi, sempre sportivissime e veloci.
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Oggi il presidente di Lamborghini, Stefano Dominicali afferma che “La Lamborghini Urus nasce da un approccio visionario ed è il risultato della combinazione del DNA Lamborghini con la versatilità tipica di un SUV”.
Lamborghini Urus interni
Dalla primavera 2018 i fortunati clienti con in banca 206.000€ potranno acquistare il loro SUV da 650 CV e 305 Km/h di velocità massima. La Urus, il cui nome si ispira ai nomi iberici dei tori da corrida, è anche di fatto la prima 5 posti “comodi” della Casa.
650 CV e 305 Km/h
Potrete raggiungere i 100 Km/h in soli 3,6 secondi, lasciando tranquillamente dietro blasonate coupé sportive di razza, super ribassate. E poi buttarvi sulle dune per un pic-nic esotico nel deserto.
Lamborghini Urus retro
